Sellero è un territorio dalla sorprendente stratificazione culturale, con un patrimonio ricco di eccellenze. Vi si trovano siti di interesse che coprono un vastissimo arco temporale: dalla preistoria con il Parco Comunale Archeologico e Minerario (LINK), al medioevo, all’industrializzazione con reperti fruibili di archeologia industriale.
Vi troviamo quattro diversi siti d’arte rupestre di età neolitica (fine IV-inizi III millenio a.C.) e età del ferro (I millennio a.C.); tra le rocce incise, sulla grande roccia di Carpene, si riconoscono il maestoso insieme di elementi conosciuti come “dea madre antropomorfa” o “mappa topografica”; il “viandante”, forse rappresentazione del dio celtico Esus, e la più grande incisione di “Rosa Camuna” ad oggi conosciuta.
L’origine del nome di Sellero deriverebbe dal latino 'cellula' ossia 'piccola cella', in riferimento a un piccolo priorato fondato dai canonici di S. Desiderio (di cui resta l’omonima chiesa del XXI/XXII secolo)(LINK) che permise la relativa indipendenza di questo Comune dai signori feudali.
Dopo la crisi della peste nera, verso la fine del 1300, il paese cominciò a rifiorire vivendo un periodo di prosperità fino al 1800, quando l'aumento della popolazione creò un impoverimento che interessò tutta la Valle. Solo con il Novecento la costruzione delle dighe e delle centrali idroelettriche inaugurò una nuova ripresa economica, accompagnata da una rivoluzione della struttura sociale del territorio.
Proprio in questo periodo assunse importanza la 'piana' della Scianica che poteva godere di energia elettrica: qui negli anni ’20 del Novecento installò le proprie produzioni la Società Esercizi Forni Elettrici che partendo dal calcare della Concarena produceva calce, carburo e Calciocianamide (un fertilizzante). Ciò che resta di quel sito produttivo, le fornaci, sono oggi un centro culturale e museale, dedicato al paesaggio e alla storia dell’industrializzazione, il Centro 3T (LINK). Da lì, del grande sistema di derivazione e sfruttamento idroelettrico delle acqua, si può ammirare dall’alto il grande invaso della Centrale Idroelettrica di San Fiorano.
Ma la disponibilità di energia elettrica è stata una grande opportunità di sviluppo non solo per la Scianica: anche l’area mineraria di Carona (dove oggi si trova in posizione panoramica una panchina gigante), venne sfruttata sin dall’800 (anche per il curativo “Sal Cattaneo”) ma ebbe ben altra fortuna a partire dal 1911, sfruttando per alimentare l’argano proprio l’energia prodotta dalla ditta Società Elettrica Bresciana (centrale di Cedegolo- 1910). Della ditta SEB a Novelle di Sellero, in Località RUC, si trovava il bacino di raccolta, diventato oggi un parco tematico (LINK) aperto al pubblico con camminamenti per esplorarne l’antico funzionamento.
Tra i siti narrati si snoda il parco d’arte contemporanea diffuso “A perdita d’occhio”(LINK) che raccoglie le opere di artisti che hanno lavorato su Sellero, sicuramente da citare la grande tela di Enrico Baj custodita nella Sala Consiliare del Municipio.
Per maggiori informazioni sull’accesso ai siti industriali Ass. P.I.R. www.postindustriale.it
Nel sito potete trovare approfondimenti sul patrimonio industriale a questo link